PASQUA 2021


Antonio Dovico – Questa del 2021, per me è stata l’ottantatreesima Pasqua, ma, insieme alla precedente, quanto è strana rispetto a quelle del passato. Non mi ha ispirato quell’aura di gioia collettiva, che coinvolgeva anche i non credenti. È comprensibile, i sentimenti invecchiano insieme al cuore. Per il secondo anno consecutivo, siamo sotto assedio dell’ostinato covid-19,  per causa del quale il sentimento dominante è la paura. Una paura sproporzionata, irragionevole e socialmente disgregante. A farne le spese, più di qualunque altra Istituzione pubblica, è la Chiesa cristiana cattolica. Disastroso l’effetto è generato dalla distanza da mantenere e la rinuncia a secolari singolarità tipicamente religiose. All’esterno del luogo sacro, disturbano, la mascherina che rende difficile il riconoscimento, imposta dal timore morboso di imbattersi in un appestato. Insomma, i rapporti umani si sono raffreddati, e a soffrirne di più è il morale dell’individuo. Sembra una situazione orchestrata da un regista diabolico. Se a questo sospetto, si aggiunge che con la Pasqua si commemora la resurrezione di Gesù Crocifisso, allora il sospetto prende ancora più corpo. Satana, il diavolo, che prima di diventare tale era il più bello degli Angeli del cielo e si chiamava Lucifero, invidiava a morte Dio, autore della vita. La resurrezione di Gesù figlio di Dio, e Dio egli stesso, è stata per lui una seconda mazzata intollerabile, da aggiungere al brevetto blindato della vita. Satana, per placare il proprio odio, ci ha messo tutto l’impegno, guastando l’uomo (quando si dice “uomo” si dice l’umanità intera, senza distinzione di sesso o altre caratteristiche) e di conseguenza, gli ambiti nei quali è presente. Ma in nessuno di essi si nota la delusione, quanto nella Chiesa di Cristo. La paura del contagio impone leggi rigorose arbitrarie, per la natura spirituale della medesima. Una persona di comune sensibilità e dal pensiero libero, si dovrebbe chiedere: La natura spirituale dell’uomo, non è prevalente rispetto a quella materiale? La vita materiale è a scadenza certa, mentre l’altra è perpetua, con annesso sgradevole rischio. Sono diverse le scienze dell’una e dell’altra, come sono diversi i “medici” curanti specifici.
Non voglio peccare, ma non posso fare a meno di riflettere. Un numero sovrabbondante di luminari della scienza del corpo, sono invitati nelle televisioni italiane e anche estere, a manifestare opinioni, conoscenze, diagnosi, giudizi etc.  , su vita, effetti e permanenza dello sciagurato virus. Risultato: una sola parola, univoca e tranquillizzante? Io non ne conosco. Ciascuno si dia una risposta di proprio gradimento. Io dico che siamo nelle mani di Dio onnipotente e onnisciente. Peccato che non la pensa come me il mio illustre coetaneo, Jorge Mario Bergoglio. Lui confida e invita a confidare i suoi seguaci, nel “vaccino luce di speranza?” Amen.
Antonio Dovico
O4-04-2021

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